E’ notte. Nella periferia di Pisa sto cercando un autobus per la stazione. E’ lì, enorme, vuoto, a luci spente. Dopo venti minuti partiamo: sono solo; alla stazione arriviamo in tre. Prima di scendere, per fare due chiacchiere, chiedo all’autista se l’azienda ha mai pensato di mettere, in linee periferiche come quella e a ore così tarde, bus piccoli, pulmini, con pochi posti, ma più frequenti.
“Gli scienziati hanno detto che questa è la misura perfetta”, mi informa. Ho la sensazione che riporti, con la sua buffa ingenuità, qualche proclama dei vertici aziendali.
“Il guaio - aggiunge - è che gli autisti non hanno voce in capitolo”.
Questo mi sembra un po' più sensato. Certo però che se gli autisti danno suggerimenti basati sulla “scienza”, anziché sulle loro ben più importanti osservazioni quotidiane, sono guai.
27.12.08
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