“‘Un si pole !”, mi urla spaventato un compagno di viaggio fiorentino, mentre sto per sdraiarmi al sole, nel prato verdissimo davanti a noi, nel pieno centro di questa bella città svizzera.
Non c’è quasi posto, a quest’ora di pranzo; dagli uffici e dai negozi, armati di panini, tutti si sono stesi sull’erba. Erba verde, non un filo fuori posto. Certo il clima favorisce, la manutenzione è svizzera, nessuna cicca o carta per terra, né prima, né dopo.
“A Firenze, mi assicura orgogliosamente, l’amministrazione è più severa: nessuno può sedersi nei prati” (sempre che riesca a trovarli).
Ed è paradossale ma vero, che i pochi giardini esistenti, bensì così odiosamente tutelati, sono pieni di rifiuti e rovinati. A nessuno verrebbe voglia di sdraiarcisi e comunque ‘un si pole ! Sono più adatti semmai a parcheggiarci i motorini, da cui i fiorentini non riescono a separarsi nemmeno per dormire.
Mi colpisce comunque questo apprezzamento masochista per un’amministrazione che si preoccupa soltanto di manifestare i suoi muscoli, il suo potere di impedire. Questa è l’attitudine del suddito, che in fondo ammira il potere e chi lo sfoggia, anche se questo limita la sua libertà. Ma la libertà è un valore insignificante alla mente del suddito.
27.12.08
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