27.12.08

Sistemi normativi ubriachi (1997)




Sono stato sempre affascinato dagli studi di logica dei sistemi normativi, dove si esaminano tutte le forme di incoerenza che possono affliggere gli ordinamenti legislativi. Ci si sforza di immaginare e analizzare contraddizioni e lacune, pensabili, ma difficilmente rilevabili nelle leggi, così ben protette dalla ricchezza e ambiguità del linguaggio.
Pertanto quando guido l’auto sulle nostre strade italiane (o quantomeno toscane) provo l’emozione del naturalista, che dopo una vita di studi e supposizioni su specie di altri pianeti, sbarca su un mondo sconosciuto e si trova di fronte a tutto ciò che aveva immaginato.
Le nostre strade sono un magnifico laboratorio per il filosofo del diritto, a cui consiglio di interrompere i suoi studi astratti, per scendere con occhi aperti e devoti ad ammirare i viventi sistemi normativi stradali.
Folletti burloni ed ubriachi seminano sulle nostre strade fantasiosi coriandoli: i limiti di velocità. Sempre più numerosi e imprevedibili: lo stato sociale ha da spendere e vuole farsi notare; e poi si va in Europa !
Ogni giorno rimango incantato: neanche i più brillanti filosofi sono riusciti ad immaginare tutte leinnumerevoli forme che l’incoerenza normativa riesce ad assumere lungo le strade italiane.
Usciamo da Pratolino per Bivigliano: limite di 50 chilometri orari, ci dicono. Bene. Evidentemente stiamo entrando in un popoloso centro abitato. No. E’ una strada di campagna con cinque case in tre chilometri. Mah? 20 km ! Attenzione: ci sarà un pericolo in agguato, una frana o peggio. Niente. Ora ricordo che mesi fà fu riparata lì una buca sull’asfalto. Continuiamo. Ma dove finisce il limite di 20 ? Forse a Istambul. Fine del limite di 40, ci dicono dopo un po’. Perché 40 ?
“E dai - mi dice un amico empaticamente più vicino alle amministrazioni locali- si vede che avevano finito i cartelli di fine limite 20 e 50 e hanno messo quello che avevano!”.

“Ma sì ha ragione. Sono troppo pedante. In fondo basta un po’ di buonsenso per una giusta interpretazione di quella catena normativa”, mi dico.E invece nò. Questo era vero fino ad ora. I limiti erano prima dei semplici moniti: l’amministrazione diceva 10 per ottenere 50, attraverso la nostra interpretazione. Quindi 50 o 40 non faceva differenza. Inoltre gli scarsi controlli sdrammatizzavano la situazione, così che l’effettiva legge sulle strade nasceva di fatto dal buon senso dei guidatori.
Oggi nò. I rilevatori fotografici, che demagogia giustizialista, malinteso europeismo e fame di denaro delle amministrazioni aiutano a diffondersi, eliminano il principio dell’interpretazione ed introducono il criterio dell’esattezza e oggettività della valutazione.
Bèh i tempi sono cambiati. Già ma i limiti sulle strade sono gli stessi di prima, nati come già detto da un’attitudine ambigua. Quindi se prima 10 stava per 50, ora sta per 10. Buon senso avrebbe voluto che l’amministrazione rivedesse contemporaneamente sia i criteri di valutazione che i limiti. Ma siamo in Italia.
Cosa fare ora difronte ad un limite di 10 o 20 (e ce ne sono): lasciare spengere il motore, aspettando di essere tamponati o nella migliore delle ipotesi multati per intralcio al traffico ?Che dire poi delle esternazioni in materia del governo centrale ? Disquisizioni lunari (realistiche e raffinate, se fossimo in Svizzera), sulle tolleranze necessarie alle valutazioni delle infrazioni, dell’ordine di 1 o 2 km/ora ! Quindi tranquilli: 10 diventa 11 o addirittura 12 !
Sarebbe bene che più che i filosofi del diritto, i politici amministratori dessero un’occhiata alle nostre stupefacenti strade.
Tra le loro meraviglie, anche la piaga “sinistra” dei “comuni denuclearizzati” ! Quanti soldi buttati via e che inutile inquinamento estetico, per una manifestazione di stupidità pura ! (a meno che non ci sia un senso profondo che non arrivo a capire).
Cosa vuol dire ? che il Comune di Vaglia non intende costruire la bomba atomica? O che in questo territorio non si usa energia prodotta da centrali nucleari ? In questo caso sarebbe anche un falso, visto che la luce nelle nostre case arriva, per quel che ne so, soprattutto dalle centrali atomiche francesi (e italo-francesi).
Già ma quanti lo sanno? e quanti invece drogati dalla demogogia andranno poi a votare?

1 commento:

  1. Sono perfettamente d'accordo. Certi limiti di velocità sono del tutto irrealistici, ma si sa, in Italia le leggi sembrano fatte apposta per non essere osservate. Per un po' tutto va bene, si dice 50 e si intende 80 e tutti sono felici e contenti, poi qualcuno decide di prendere sul serio norme che fino al giorno prima nessuno osservava nè faceva osservare e allora sono guai. E questo non avviene solo per il codice della strada. Ognuno di noi contravviene ogni giorno, specie se lavora, a qualche legge, viola qualche regolamento; in Italia esistono svariate decine di migliaia di leggi, una quantità infinita di regole e regoline che nessuno conosce, come non violarne qualcuna, ogni tanto? La cosa è tanto vera che quando qualcuno si mette ad osservare alla lettera certi regolamenti l'attività produttiva si blocca: il caso indecente dell'Alitalia stà lì a dimostrarcelo.
    E, anche qui, le cose vanno bene finchè, all'italiana, c'è chi viola la legge e chi fa finta di non vedere. Poi qualcuno si sveglia, inizia ad "indagare" ed allora nascono le grandi indagini, le lotte titaniche contro la corruzione. In Italia si son pagate tangenti su tutto per decenni e nessun magistrato se ne è accorto; erano tutti ciechi? Possibile che non vedessero cose che nessuno cercava neppure di nascondere? Poi qualcuno ha deciso che il momento era propizio per cominciare a vedere ed è successo quello che sappiamo.

    Se una città è denuclearizzata la logica ci dice cha quella stessa città è stata un tempo "nuclearizzata". Nei pressi di quella città ieri è stata costruita una centrale nucleare, o una fabbrica di bombe atomiche, o magari appena fuori dal centro abitato sorgevano rampe di missili nucleari. Ma nessuna città "denuclearizzata" è mai stata in precedenza "nuclearizzata" da nessuno. Che dire di certe scritte? Solo che il politicamente corretto è ormai degenerato in stupidità pura e semplice. Sono i nostri tempi, pazienza.

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