5.8.11

Etica mostruosa. Difesa della vita vs difesa dei vivi

Atto I


La stampa esalta il coraggio di quei genitori che hanno portato consapevolmente a termine una gravidanza di gemelli con organi vitali in comune, pur sapendo che questo avrebbe generato dei mostri e soprattutto degli infelici destinati a tanta sofferenza. Coraggio sulla pelle degli altri. E questo sarebbe amore?

A queste aberrazioni porta l'etica cattolica, che da noi va per la maggiore. Un'etica con l'ossessione contabile della vita. La vita quantitativa, a scapito della vita qualitativa. Il pastore che conta avidamente le sue pecorelle, indifferente ai loro sentimenti e condizioni di vita, tanto finiranno per essere mangiate.

Il o i poveri sopravvissuti, avrebbero il diritto di denunciare i genitori e chi li ha ispirati, per l'enorme danno di una vita invivibile da loro ricevuto.

La mia è una reazione spontanea al modo, secondo me, innaturale con cui viene vissuta la storia e senza minimamente avere coscienza (sulla pelle, non semplice, razionale consapevolezza) della gravità della decisione e delle terribili conseguenze che ricadranno su una o due innocenti creature.

Ancora di più mi disgusta il dibattito insensato tra teo-esperti sul maggiore o minore rispetto del principio-totem della "difesa della vita", a seconda delle scelte che inevitabilmente dovranno essere prese. Lasciarle mostruosamente e penosamente insieme o ucciderne una? E quale uccidiamo? Salviamo la più sana, secondo un pratico (ma tardivo) criterio eugenetico, o invece, perché no, la più malmessa, in nome della "difesa del più debole", altro totem della catto-tribù. Si possono sbizzarrire, tante sono le mostruosità a loro disposizione. Siamo nel più totale delirio, lontani anni luce dalla vita concreta, che si ignora totalmente, sacrificandola sugli altari per un dio.

"Difesa della vita": ma che cos'è insomma la vita per questi signori? Tutto meno che la vita dei concreti esseri umani (ed animali). E' una ideologia demagogica volta alla tutela di se stessa, delle sue istituzioni e dei suoi ministri. Insomma una faccenda di potere di istituzioni religiose, che, sulla pelle degli altri, si preoccupano solo del proprio dominio sulle fragili menti delle masse.

Certi comportamenti erano comprensibili e generosi prima che la tecnica medica si sviluppasse al punto di prevedere sciagure, come le malformazioni dei feti. Allora non era possibile prevedere alcunché, la disgrazia capitava, si faceva buon viso a cattiva sorte e con amore si curavano i figli malati. Grande coraggio e amore, certo.

Oggi non è più così, la previsione medica è certa e precisa. Si può interrompere sul nascere lo sfortunato processo e aspettare tempi migliori. Non vuol dire essere egoisti e pavidi, al contrario vuol dire mettersi nei panni dei nascituri e fermarsi per evitare loro sofferenze.

Dai dettagli riportati dalla stampa, si sa che si tratta di ucciderne una per salvare l'altra, che comunque sarà una disgraziata. Non è la scienza che chiama questo aberrazione, ma il semplice buon senso comune. Anzi certa disinvolta scienza si diverte anche ad aggeggiare in situazioni complesse e abnormi.

E tutto questo lo chiamano rispetto della vita!


Atto II


(Crescono e si muovono, il "miracolo" delle gemelline siamesi, Corriere della sera, 31 agosto 2011)


""Più crescono e più aumentano le possibilità di sopravvivenza", dice il primario di chirurgia pediatrica, precisando però con un filo di voce che la sopravvivenza riguarderà una sola delle due, la più forte ed energica. La gemella debole darà spazio, per mano medica, alla sorellina forte.


Ma questa è non solo eutanasia, ma addirittura eugenetica!!!


E qui sospirano in molti. "La separazione deve essere animata dalla ferma volontà di salvarle tutte e due", era insorta Famiglia Cristiana.


Ma suvvia, sappiamo tutti che è impossibile!!!


Non è lecito decidere a quale delle due bambine dare la possibilità di sopravvivere". E' questione religiosa, etica, morale, medica".


Perché non tirare a sorte ?

Oppure bendare il chirurgo ?


Atto III


La natura, nella sua sovrana indifferenza, ha pensato bene questa volta di stendere sulla vicenda un velo pietoso. Con grande sollievo anche di teo-esperti e chirurghi audaci, che si erano cacciati in un vicolo cieco.

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