4.1.09

Mostri

Siete tutti mostri o lo sarete presto. Non si scappa.
La casta dei governanti, politici e giornalisti, vi ha messo con le spalle al muro.
Quotidianamente qualche disgraziato, che ha la sfortuna inevitabile di viaggiare nelle straducole italiane, finisce per investire qualche altro disgraziato che ha la sfortuna inevitabile di andare in bicicletta, o in motorino, o a piedi, nelle straducole italiane. E' matematico, un giorno toccherà anche a voi, è solo questione di tempo.

Dopo la estemporanea e miracolosa eccezione delle prime ed ultime autostrade degli anni sessanta, gli amministratori non hanno mai costruito, né progettato alcunché. Sono poi arrivate le automobili di massa ed ecco tutti costretti a muoversi pericolosamente nelle ex straducole di campagna, nate per le carrozze e giusto asfaltate.
Viene da sospettare che l'inerzia della PA sia perfidamente voluta e pianificata. Le straducole in sé e la segnaletica confusa, incoerente e incomprensibile, sembrano tante tagliole per l'automobilista-preda: impossibile non contravvenire a qualcosa e l'efficiente (questa sì) PA esattrice (vigili, autovelox. ecc.) riempiono le casse senza sforzo. Pubblica rapina, come ormai molti ritengono.

Ma ancora più drammatico è il prezzo che paghiamo. Autotreni che travolgono bambini che giocano a palla ai bordi delle straducole e inevitabilmente vi sconfinano. Come può un camionista bloccare un veicolo pesante in pochi metri, di fronte ad un ostacolo imprevisto ?

Ed ecco la casta dei giornalisti che interviene prontamente a difesa di quella dei politici, inventando il mostro quotidiano e così oscurando le fragili menti degli italiani. Il povero camionista, magari pure straniero, è linciato dai quotidiani come mostro. Se poi non si ferma subito perché terrorizzato (come non esserlo in questo clima di caccia alle streghe ?), scatta la caccia al pirata.

Purtroppo qualche squilibrato c'è davvero alla guida di automobili: la casta ne approfitta e li usa bene, con i media che controlla, facendo di ogni erba un fascio. Così con un colpo solo si libera delle proprie responsabilità, che scarica sulle spalle degli automobilisti, e trasforma questi da vittime in colpevoli. Il gioco è fatto.
Nell'informazione ad ogni incidente è associata automaticamente, pregiudizialmente, la spiegazione "eccesso di velocità", prima ancora che se ne sappia qualcosa di preciso, ammesso che indagini serie avvengano.

In definitiva i veri mostri non sono i guidatori, bensì gli amministratori che ci costringono a viaggiare in questa situazione di estremo pericolo. Loro sono i responsabili, i mandanti di di tutti questi eccidi e dei nostri guai. Basta confrontarsi con i paesi vicini per aprire gli occhi e rendersi conto della truffa e della beffa che subiamo e della gravità della situazione in cui ci muoviamo.
La voce dei cittadini dovrebbe essere la stampa ed invece nò. La stampa italiana (che lo stato finanzia) è la fidata e complice voce della classe politica ed il cittadino è il solo bersaglio e vittima, il capro espiatorio.
Mostro.

P.S.
Sicurezza stradale al microscopio,
infortunisticastradale.blogspot.com, 4 gennaio 2009.
Ogni anno cinquemila persone muoiono in Italia a causa degli incidenti stradali, una ogni due ore circa. La categoria di strada più pericolosa è senza dubbio quella urbana dove si verificano il 44% delle morti. Un altro 46% perde la vita sulle statali, regionali, provinciali e comunali extraurbane, mentre solo il 10% in autostrada. La tipologia di strada più letale è quella della carreggiata a doppio senso, in cui si verificano il 76% dei decessi. Le rilevazioni su cui si costruiscono le statistiche ufficiali fanno emergere, come causa quasi assoluta, il comportamento di guida scorretto del guidatore (95%)[2]. In tante sere passate a studiare dati sugli incidenti, non ho trovato approfondimenti sullo stato di gestione delle strade da parte dei responsabili.

Salute Europa / News, 21/10/2008

In Italia il tasso di mortalità per incidente stradale, pari a 95 morti ogni milione di abitanti, è quasi doppio rispetto a quello di Paesi come Gran Bretagna, Olanda e Svezia , dove il tasso è pari a 50 morti per milione di abitanti.

5 commenti:

  1. Le caste, i politici, la pubblica amministrazione, la classe politica, vittime, colpevoli...
    Siamo noi, Vento, solo noi. Tutto ciò è frutto ed espressione della nostra società.
    Non siamo dominati da un razza aliena, non siamo pedine mosse dagli dei.
    Il politico, il giornalista, il pubblico amministratore, il pedone, il camionista. Sono tutti esseri umani come te e come me. Alcuni sono capaci, alcuni di più, altri di meno. Alcuni sono stronzi e strafottenti, alcuni di più, altri di meno. Poi ci sono quelli che nell'arco della loro esistenza sanno essere per un certo periodo validi, capaci, volenterosi e in altri momenti o in altre occasioni sanno essere maledettamente imprudenti, menefreghisti, approfittatori, corrotti...
    Poi ci sono quelli che vanno in chiesa, accompagnano i bambini a scuola, cedono il posto in bus alla vecchietta, poi magari allo stesso tempo evadono le tasse, arrotondano lo stipendio spacciando cocaina e magari gettano la batteria dell'auto esausta dove capita e abbandonano il cane sull'autostrada. Siamo sempre noi. Angeli e mostri. La situazione globale della nostra società è data dalla media totale dei nostri singoli comportamenti, della media dei nostri pensieri, dalla media delle nostre coscienze. Tutto qua. Che ti piaccia o no, ne fai parte anche tu. Ti poni in alto per osservare, e quello che vedi non ti piace. Probabilmente ci saranno tanti altri che lo fanno come te, solo che in quello che non gli piace ci sei anche tu.

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  2. Non accetto questo argomento.
    Nò Cupo Meridio, non accetto questo argomento. Anche se le cose che dici sono vere, non condivido la conclusione. Non mi sento di far parte di questa società e come me altri, immagino anche tu, certo pochi. Questo è il punto. Una minoranza onesta e con valori diversi, che non riesce ad influenzare la società italiana. Però ci prova ed è questa la ragione che mi spinge a strillare in questo blog.
    Inoltre mi sento minoranza, ma fino ad un certo punto. L'Italia è parte dell'Europa ed in vari stati europei mi sento a casa, molto più che qui e più di quanto non sentano molti italiani, che viceversa sono a loro agio solo in Italia. Quindi chi è più fuori posto ? Forse la società italiana sempre più inadeguata nei suoi valori e costumi, rispetto alle società europee.
    E comunque anche se non servisse a niente, preferisco esprimere il mio dissenso, anziché tenermelo per me. Spero solo di non essere fastidioso o noioso.
    vento

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  3. Un bel pezzo, secco e duro, quello di Cupo. Condivido quasi tutto. Ma allora, cosa si fa?

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  4. Sì è un bel pezzo, piace anche a me. Esprime una visione disincantata e un pò amara, che condivido se riferita all'esistenza umana in generale. Nel mio privato cerco di coltivare una attitudine di distacco, che in qualche misura ritrovo nelle parole di Cupo Meridio.
    Parole che apprezzo da un punto di vista letterario, ma che da un punto di vista esistenziale trovo troppo rassegnate e fataliste. Mi pare una visione distaccata, antropologica della società italiana, con un invito a prendere le cose come vengono, che trovo poco adatto al quotidiano, dove ritengo lecito difendersi quando necessario.
    "Ma allora cosa si fà ?", ti chiedi giustamente tu. Non ho una giovanile pretesa di cambiare il mondo. Non riesco però a restare indifferente alle prepotenze e truffe che mi toccano e danneggiano quotidianamente. In questo blog sto denunciando un paio di cose che trovo inaccettabili e spero di attirare attenzione e consenso, per poter così tutti insieme influire in qualche misura sulla realtà.
    Non credo nelle rivoluzioni; credo nella politica, là dove si può svolgere correttamente, proficuamente, grazie a buone istituzioni e buoni valori condivisi. Purtroppo non mi pare il caso della società italiana, che ha un assetto tribale e quindi poco istituzionale. Le istituzioni ci sono solo per bellezza, un pò come in Afganistan.
    Vorrei che le nostre condizioni di vita si avvicinassero a quelle delle società europee. Vedo invece che questo non avviene: la nostra cultura (in senso antropologico) sembra essere inadeguata per una vita civile moderna. E' qui forse che ciascuno di noi può operare, scambiando idee ed impressioni e coltivando un sentire collettivo nuovo. Ci vuole tempo.
    vento

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  5. E' vero, l'Italia è il Paese del tengo famiglia, delle caste e dell'acqua deviata ai privati mulini. Più quel tanto di presunta furbizia, che fa più danni della grandine. Un cambiamento è non solo possibile, ma inevitabile, bisogna però vedere in quale direzione sarà. Personalmente credo più all'utilità del buon senso e alla solidarietà, che non all'efficacia delle religioni, ma può darsi che mi sbagli. In ogni modo coltivare decentemente e scrupolosamente il proprio orticello va sempre bene e coalizzarsi con i proprietari degli altri orticelli può alla lunga dare qualche frutto... Se non altro ti fa dormire meglio, che non è poca cosa.

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