Una battuta di caccia sui monti che sovrastano Lecco, questa mattina, si è conclusa con un omicidio: secondo le primissime informazioni due cacciatori si sono affrontati nel bosco dopo l'uccisione di una lepre. Entrambi rivendicavano il possesso della preda. A un certo punto uno dei due cacciatori è stato colpito da una fucilata sparata dall'altro che a sua volta è rimasto ferito, in modo non grave, da un colpo esploso dalla vittima. Ancora da chiarire l'esatta dinamica dell'episodio sul quale sono ora in corso indagini da parte della Questura di Lecco.
(ANSA)
http://www.fainotizia.it
Duello mortale per una lepre!
RispondiEliminaVento, leggi questa. L'ho appena letta sul sito dell'ansa ( www.ansa.it ), nell'ambito di un lungo articolo sulla caccia:
CACCIATORE UCCISO DA COLLEGA DOPO LITE PER CATTURA LEPRE
Una battuta di caccia sui monti che sovrastano Lecco, questa mattina, si è conclusa con un omicidio: secondo le primissime informazioni due cacciatori si sono affrontati nel bosco dopo l'uccisione di una lepre. Entrambi rivendicavano il possesso della preda. A un certo punto uno dei due cacciatori è stato colpito da una fucilata sparata dall'altro che a sua volta è rimasto ferito, in modo non grave, da un colpo esploso dalla vittima. Ancora da chiarire l'esatta dinamica dell'episodio sul quale sono ora in corso indagini da parte della Questura di Lecco. (ANSA).
Ciao da Cupo Meridio
Povero Darwin !
RispondiEliminaInserito da vento il 20 Settembre, 2009 - 19:57
Eccezionale Cupo, grazie di avere scovato una simile chicca.
Dal duello per Elena di Achille ed Ettore a Troia, a questa merda.
Certo che ne è passato di tempo e che evoluzione !
Povero Darwin, che non lo sappia !
E c'è ancora qualche ingenuo
che crede nella nobile arte della caccia !
Concordo, sarebbe l'ora di
RispondiEliminaInserito da Seilor il 20 Settembre, 2009 - 20:28
Concordo, sarebbe l'ora di smetterla di sparare ai poveri leprotti e iniziare finalmente a tirare schioppettate a sale contro certi ambientalisti-vegan-verdi-noglobal che schiattano di rabbia perchè viene impallinato qualche fagiano. Dite quello che pensate invece di fingere di indignarvi perchè due deficenti si sono litigati una lepre: gli animali hanno pari diritti e dignità delle persone e la caccia andrebbe abolita. Invece siete così penosi, così piccoli e così patetici che vi abbassate a farvi le seghe a vicenda parlando per allusioni.
Di fronte a certi discorsi del cavolo, giuro che rivaluto in un istante personaggi come islamfanboy.
BAM! BAM! BAM!
Guerrieri
RispondiEliminaInserito da vento il 21 Settembre, 2009 - 09:01
Caro Seilor,
nonostante la tua aggressività compulsiva e incontrollata, ho avuto modo di notare segni di tua intelligenza. Per questo provo a spiegarti il mio punto di vista. Nonostante quel che pensano e dicono i buonisti, i pacifisti senza se e senza ma, cioè ottusi, nella cui famiglia mi includi e che invece detesto quanto te, esiste nell'uomo l'istinto a uccidere. Altro ché ! E' la creatura più bellicosa del pianeta e per questo lo domina. L'intelligenza degli umani finora si è manifestata soprattutto nella tecnica bellica.
La guerra è anche un'arte, o almeno lo è stata fino a poco tempo fà. Il vero guerriero era leale, rispettava codici di onore, ecc,.
Si può essere guerrieri leali e guerrieri cialtroni, come quelli che se la prendono con un merlo, perché non hanno il coraggio o la possibilità di farlo con gli umani, come farebbero se seguissero il loro impulso e come dimostra la storia sciagurata riportata da Cupo.
Guerrieri leali e nobili sono quelli che si scelgono nemici pari e consenzienti, quindi ormai solo gli umani. I grandi predatori sono ormai estinti, grazie agli umani.
Così fanno nei paesi civili, dove esistono club che praticano l'arte della guerra, senza ipocrisie come chi invece dirotta l'aggressività sugli animali, ma apertamente lottando coi propri simili.
Organizzano vere battaglie, con tutta la tecnologia della guerra moderna, indossando vere divise (americane, inglesi, giapponesi, tedesche, le italiane nò, chissà perché; evidentemente gli italiani come guerrieri non godono buona fama).
Ma credo che ci siano anche in Italia pratiche di questo tipo, forse in Emilia mi pare di aver letto, ma non ne sono sicuro. Queste sono le giuste pratiche dell'arte della guerra, sublimata in attività ludica. Leale, intelligente, non ipocrita, dirottando sugli inermi la propria aggressività, come animali indifesi, donne, bambini, ecc..
L'uomo è intelligente e oggi si rende conto che l'attitudine alla guerra non gli serve più, anzi è diventata un problema, come dimostra oggi il terrorismo. Quindi cerca di superare sublimandolo questo impulso a uccidere. Non negandolo stupidamente, come molti si ostinano ipocritamente a fare, ma impiegandolo in modo più intelligente e vantaggioso per la propria affermazione. Oggi l'interesse non è più difendersi da animali più forti e aggressivi di noi, che ormai non ci sono più, ma al contrario, essendo questi ormai estinti, l'interesse è quello di salvare da distruzione totale la natura, senza la quale, nonostante la nostra intelligenza, non potremmo sopravvivere.
Questo forse è il punto più difficile da capire, bisogna far lavorare il cervello e purtroppo non è da tutti. Questa è la nuova frontiera dell'evoluzione: dalla bellicosità occorre evolvere necessariamente verso l'intelligenza,
Oggi la bellicosità che ha dato agli umani il dominio sul mondo, è diventata un problema, perché è un impulso che non si riesce più a fermare, neanche ora che non ci sono più nemici e quindi inevitabilmente questa formidabile energia distruttiva finisce per distruggere noi stessi. E non riusciamo a fermarla, nonostante ne siamo capaci, grazie all'intelligenza e alla attitudine alla sublimazione, dii cui almeno alcuni sono capaci.
Questa è l'attitudine da sviluppare, per evitare l'autodistruzione.
Uh! Dici delle cose
RispondiEliminaUh! Dici delle cose condivisibili e sensate, per carità. Dimentichi solo un piccolissimo particolare: hai presente quanto è buono un ragù di cinghiale? O una pernice in umido? O una lepre coi carciofi? O una polenta con sugo di cervo? O uno spezzatino di camoscio?
Interessante il tuo discorso caro vento, però permettimi alcune rapide considerazioni.
RispondiElimina1) Tu non fai parte della tribù dei buonisti stupidi e la cosa non può che rallegrarmi, però questa tribù esiste ed è anche abbastanza estesa. Se mi permetti un'auto citazione me ne sono occupato nel mio scritto: "Quando l'amore per gli animali diventa follia" e ad esso rimando. Sono brutti gli autoriferimenti ma è brutto anche ripetersi sempre no? A parte queste considerazioni penso che se la natura fosse davvero quell'insulso cartone anmato a cui la riducono le anime buone e belle di tutte le salse questa perderebbe quasi tutto il suo fascino. La montagna è tanto affascinante non solo perchè la vediamo bella ma anche perchè, sotto sotto, la sentiamo poco amichevole se non francamente nemica.
2) Mi sembra quanto meno semplicistico ridurre la caccia a semplice impulso ad uccidere che pure esiste, è presente in essa e riguarda comunque tutta la natura. La caccia è anche sport, desiderio di procurarsi una cena diversa dal solito, voglia di passare una giornata lontano dalla città. Non sono un cacciatore, non ho mai cacciato, al massimo, in poche occasioni, pescato, quindi parlo senza avere conoscenze dirette ma mi sembra che per molti aspetti la caccia possa essere assimilata alla ricerca di funghi che invece mi è capitato di praticare più volte. Acquistare un porcino al supermercato è qualcosa di totalmente diverso dal trovarlo in un bosco, te lo assicuro, e forse questo vale anche per le lepri, al di là dello spirito competitivo e della umana aggressività.
3) Mi sembra eccessivo affermare che l'uomo domina il pianeta grazie al suo istinto bellico. Se davvero l'istinto bellico, che pure è fondamentale, fosse assolutamente prevalente il genere umano si sarebbe estinto da tempo. Penso che l'istinto bellico sia un sottoprodotto di enorme importanza di un'altro istinto umano: quello sociale. Gli uomini si combattono perchè si organizzano in società; in senso proprio gli animali non fanno guerre, si limitano ad uccidersi per soddisfare bisogni primari. La guerra è un fatto sociale quindi quasi esclusivamente umano, così come è un fatto umano la pace; quando non si ammazzano gli animali si ignorano, non vivono in pace l'uno con l'altro, quali che siano le teorie in proposito di certi falsi amanti della natura.
4) Purtroppo la guerra serve ancora, come ci dimostrano gli eventi di tutti i giorni. A non servire più, sono del tutto d'accordo con te in questo, è la guerra come valore, la guerra "sportiva", la guerra che piaceva a Nietzsche. Penso che non solo i giochi di guerra ma praticamente tutto lo sport sia una grande sublimazione della aggressività. Per questo amo lo sport e, te lo confesso, fra gli sport non disdegno quelli più agressivi, il pugilato ad esempio. Lo so di essere anche in questo fuori moda, lontano anni luce dai paramentri del politicamente corretto, la cosa però mi lascia del tutto indifferente.
Tutti questi punti andrebbero approfonditi, me ne rendo conto, ma forse non è il caso di discutere sull'universo ed i suoi dintorni a partire da una lepre.
Ti saluto. Giovanni.
Se ti sentono i fungaioli !
RispondiEliminaI fungaioli sono le vittime preferite dei cacciatori. Esiste una associazione dei parenti delle vittime della caccia e vedo che le vittime vengono da quella categoria, a parte qualche veterinario o turista camminatore (qui usano i sentieri del CAI come postazioni per sparare ai migratori; e vagli a dire qualcosa a energumeni col fucile puntato !). Nel sito http://www.cacciailcacciatore.org/ trovi molte informazioni al riguardo.
Io non mi ero mai interessato a queste faccende fino a quando non sono andato a vivere in campagna (campagna toscana, per giunta !). Ti assicuro che è un inferno. La gente caccia per le ragioni (vere, profonde) più varie. Rompere le scatole a chi sta in campagna, magari in una bella casetta, sparandogli in giardino, è per molti un piacere in più. Esperienza diretta. Vedo, sento, non invento.
Condivido tutto quello che dici sugli sport, anche violenti. Hanno il loro fascino e ruolo. Ma impedire di fatto alla gente di andare in giro per le campagne, o di farlo a loro grande pericolo, e distruggere l'ambiente ammazzando animaletti innoqui, non è sport, è solo demenziale. Forse lo era un tempo, con armi meno distruttive ed animali temibili. Questo ormai non c'è più ed a sparare sono solo degli squilibrati, a parte qualche nostalgico illuso che si rifiuta di aprire gli occhi.
Ciao Vento
Scusa, vento, mi sfugge una cosa: a cosa ti riferisci quando dici "armi meno distruttive"? Penso tu guardi ad epoche remote, perchè i vecchi fucili ad avancarica e a polvere nera, a parte inquinare venti volte di più di un moderno fucile a polvere infume (e sempre di cifre ridicole si tratta), non facevano nulla di diverso di quelli di oggi.
RispondiEliminaMa penso che tu ti riferissi agli archi, alle frecce e agli incendi.
Beh.. se per questo ci anche molti cacciatori vittime dei loro compagni, io mi limitavo a fare un paragone fra la soddisfazione di "cacciare" un bel porcino e quella di cacciare una lepre. Del resto non è che i fungaioli siano esenti da pecche. Personalmente ho visto dei boschi dopo il passaggio dei fungaioli.. beh..sembrava che ci fossero passati dei carri armati! Molte delle cose che tu dici sulla caccia posono essere condivisibili, semplicemente io non criminalizzo il cacciatore, alla base della criminalizzazione di questo personaggio ci sono concezioni ben diverse dalla tue, quelle dei buonisti stupidi che entrambi condanniamo.
RispondiEliminaTi saluto. Giovanni.
Conosco l' aggettivo buonista. Ma me volete dì chi sò pé voi sti bonisti stupidi? Coraggio: un' analisi filosofica, socialantropologica, semantica. Una breve incursione fuori del mio territorio. Poi nun ve stuzzico più. Nota: il dialetto non è in ossequio al Senatur, ma alla mia bellissima, ammatissima ROMA!
RispondiEliminaSainte Vierge! Non sopporto più gli assurdi discorsi degli anti-caccia (chiamarli ambientalisti è troppo).
RispondiEliminaPreferisco assai di più gli anti-automobili: "Con le macchine si uccide, aboliamo la patente! Chiamiamola licenza di uccidere!"
E' ugualmente sensato, no?
Buonismo, cosciotti ed altro
RispondiEliminaBuonista è chi crede che la natura sia retta dall'amore, chi cerca di giustificare l'enorme violenza esistente nella natura con argomenti tipo: "in natura la violenza è finalizzata alla salvaguardia del tutto, la morte del singolo assicura la vita della specie", come se il sacrificio del singolo per la specie non fosse qualcosa di intimamente violento (e questo ammesso che la salvaguardia delle specie sia il fine della natura e che la natura abbia fini..).
Buonista è chi confonde il dovere del rispetto verso i nostri simili con l'amore generalizzato nei loro confronti. Cristo predicava l'amore generalizzato è vero, ma sapeva anche che tutti gli esseri umani sono, chi più chi meno, peccatori quindi, implicitamente, riteneva irrealizzabile il suo ideale. Di questo piccolo particolare il buonista non si rende minimamente conto.
Buonista è chi pensa che non esistano esseri umani malvagi, che di tutte le nostre schifezze siano sempre responsabili alcune entità collettive: la famiglia, la società, le cattive amicizie, o magari la televisione, i videogiochi, internet, tutti insomma ma non noi stessi.
Buonista è chi crede che nessuno meriti di essere punito, che il pentimento lavi sempre e comunque la colpa, che il padre di un morto ammazzato possa (o magari debba) abbracciare chi gli ha ucciso il figlio e se non lo fa è un vendicativo non troppo diverso in fondo dall'assassino.
Buonista è chi nega l'esistenza degli istinti agressivi o se non la nega, nega l'importanza di questi, li giudica sempre e comunque negativi, non si rende conto del legame fortissimo che esiste a volte nell'uomo fra agressività creatività. Molte opere d'arte sono figlie di qualcosa di assai simile alla agressività, questo il buonista non lo capirà mai.
Buonista è chi pensa cha bastino le buone intenzioni, i nobili propositi, le testimonianze sublimi per risolvere i problemi e non si rende conto che di ottime intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno.
Per concludere, buonista è chi sostituisce al mondo reale, con i suoi drammi, i suoi contrasti, le sue passioni, i suoi conflitti, un mondo posticcio, popolato da esseri irreali che non fanno altro che spargere ovunque la melassa della loro assoluta ed omnicomprensiva bontà. E, cosa più grave di tutte, molti buonisti non si limitano solo a teorizzare questo mondo di pupazzi di pelouche: intendono costruirlo per davvero, e per rcostruirlo, per realizzare il loro mieloso ideale sono prontissimi a far fuori, in maniera assai poco "buona" gli esseri umani concreti, i piccoli uomini carichi di difetti, agressività, piccoli o grandi rancori, invidie, meschinità. Nel secolo scorso l'ideale della assoluta bontà si è alimentato del sangue degli individui in carne ed ossa.
Potrei continuare ma preferisco mettere il punto.
E ora telegraficamente un paio di cose. A Charles vorrei dire che non sono un anticaccia anche se francamente mi fanno ridere le frotte di cacciatori che invadono boschi appositamente ripopolati solo per permettere loro di sparare qualche fucilata. Come per tante altre cose anche per la caccia vale a mio parere il principio che l'importante non è tanto cosa si fa quanto come la si fa.
Mi fa piacere che Vento si conceda ogni tanto un buon cosciotto di agnello. Questo conferma ciò che pensavo: che il suo amore per la natura e gli animali (che ritengo del tutto condivisibile) non lo avvicina ad alcun tipo di fondamentalismo ecologico (o meglio, pseudo ecologico). Una battuta "filosofica" per chiudere (ma spero che non susciti troppi dibattiti perchè non mi sembra il caso). Non è naturalissmo il desiderio di gustarsi un buon cosciotto di agnello o uno stracotto di cinghiale? E non è profondamente innaturale volerlo ad ogni costo reprimere? Per i naturalisti buonisti ed estremisti il semplice fatto di aver voglia di una bella bistecca o di un'orata al cartoccio dovvrebbe costituire un problema pratico-teorico non da poco.
Saluti a tutti e buon appetito. Giovanni.
Eh, Giovanni,
RispondiEliminaforse è meglio che non ti addentri nel campo teologico o, semplicemente, religioso. Il Cristo non riteneva irrealizzabile l' amore, pur riconoscendo che noi, creature fragili, spesso tradiamo l' amore.
Ma affermava che Dio è Amore e quindi sempre disposto a perdonare e a restituirci la capacità
di amare. " Amate i vostri nemici " Un monito forte e per niente buonista. Con amicizia. Irene.
Buonismo, cosciotti ed altro
RispondiEliminaBuonista è chi crede che la natura sia retta dall'amore, chi cerca di giustificare l'enorme violenza esistente nella natura con argomenti tipo: "in natura la violenza è finalizzata alla salvaguardia del tutto, la morte del singolo assicura la vita della specie", come se il sacrificio del singolo per la specie non fosse qualcosa di intimamente violento (e questo ammesso che la salvaguardia delle specie sia il fine della natura e che la natura abbia fini..).
Buonista è chi confonde il dovere del rispetto verso i nostri simili con l'amore generalizzato nei loro confronti. Cristo predicava l'amore generalizzato è vero, ma sapeva anche che tutti gli esseri umani sono, chi più chi meno, peccatori quindi, implicitamente, riteneva irrealizzabile il suo ideale. Di questo piccolo particolare il buonista non si rende minimamente conto.
Buonista è chi pensa che non esistano esseri umani malvagi, che di tutte le nostre schifezze siano sempre responsabili alcune entità collettive: la famiglia, la società, le cattive amicizie, o magari la televisione, i videogiochi, internet, tutti insomma ma non noi stessi.
Buonista è chi crede che nessuno meriti di essere punito, che il pentimento lavi sempre e comunque la colpa, che il padre di un morto ammazzato possa (o magari debba) abbracciare chi gli ha ucciso il figlio e se non lo fa è un vendicativo non troppo diverso in fondo dall'assassino.
Buonista è chi nega l'esistenza degli istinti agressivi o se non la nega, nega l'importanza di questi, li giudica sempre e comunque negativi, non si rende conto del legame fortissimo che esiste a volte nell'uomo fra agressività creatività. Molte opere d'arte sono figlie di qualcosa di assai simile alla agressività, questo il buonista non lo capirà mai.
Buonista è chi pensa cha bastino le buone intenzioni, i nobili propositi, le testimonianze sublimi per risolvere i problemi e non si rende conto che di ottime intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno.
Per concludere, buonista è chi sostituisce al mondo reale, con i suoi drammi, i suoi contrasti, le sue passioni, i suoi conflitti, un mondo posticcio, popolato da esseri irreali che non fanno altro che spargere ovunque la melassa della loro assoluta ed omnicomprensiva bontà. E, cosa più grave di tutte, molti buonisti non si limitano solo a teorizzare questo mondo di pupazzi di pelouche: intendono costruirlo per davvero, e per rcostruirlo, per realizzare il loro mieloso ideale sono prontissimi a far fuori, in maniera assai poco "buona" gli esseri umani concreti, i piccoli uomini carichi di difetti, agressività, piccoli o grandi rancori, invidie, meschinità. Nel secolo scorso l'ideale della assoluta bontà si è alimentato del sangue degli individui in carne ed ossa.
Potrei continuare ma preferisco mettere il punto.
E ora telegraficamente un paio di cose. A Charles vorrei dire che non sono un anticaccia anche se francamente mi fanno ridere le frotte di cacciatori che invadono boschi appositamente ripopolati solo per permettere loro di sparare qualche fucilata. Come per tante altre cose anche per la caccia vale a mio parere il principio che l'importante non è tanto cosa si fa quanto come la si fa.
Mi fa piacere che Vento si conceda ogni tanto un buon cosciotto di agnello. Questo conferma ciò che pensavo: che il suo amore per la natura e gli animali (che ritengo del tutto condivisibile) non lo avvicina ad alcun tipo di fondamentalismo ecologico (o meglio, pseudo ecologico). Una battuta "filosofica" per chiudere (ma spero che non susciti troppi dibattiti perchè non mi sembra il caso). Non è naturalissmo il desiderio di gustarsi un buon cosciotto di agnello o uno stracotto di cinghiale? E non è profondamente innaturale volerlo ad ogni costo reprimere? Per i naturalisti buonisti ed estremisti il semplice fatto di aver voglia di una bella bistecca o di un'orata al cartoccio dovvrebbe costituire un problema pratico-teorico non da poco.
Saluti a tutti e buon appetito. Giovanni.
Eh, Giovanni,
RispondiEliminaforse è meglio che non ti addentri nel campo teologico o, semplicemente, religioso. Il Cristo non riteneva irrealizzabile l' amore, pur riconoscendo che noi, creature fragili, spesso tradiamo l' amore.
Ma affermava che Dio è Amore e quindi sempre disposto a perdonare e a restituirci la capacità
di amare. " Amate i vostri nemici " Un monito forte e per niente buonista. Con amicizia. Irene.
Per la religione cattolica
RispondiEliminaPer la religione cattolica ogni uomo è un peccatore. Non è un caso che Cristo chieda a chi sta per lapidare l'adultera: "chi di voi è senza peccato lanci la prima pietra". Egli sa benissimo che nessuno potrà lanciarla perchè ogni essere umano è segnato dal peccato. Il tema dell'uomo come creatura inesorabilmente macchiata dal peccato, quindi bisognosa per salvarsi della grazia divina, è centrale nella speculazione di Agostino: senza l'aiuto di Dio l'uomo è perduto.
Personalmente comunque non sono credente (non credo di esserlo quanto meno) e non mi interessa punteggiare ciò che penso con richiami all'ortodossia teologica. Ritengo impossibile l'amore generalizzato per il semplice motivo che l'amore è un sentimento fortemente individualizzato, è amore di una certa persona per un'altra persona, per quella persona li, non per quell'altra. Nessuno di noi ama tutti. Io non amo un cinese sconosciuto, tu cara Irene non ami un tedesco che vive a Berlino e di cui non sai nulla. Io so di avere il dovere di rispettare il cinese ed il tedesco sconosciuti. Poniamo che qualcuno mi dica: "Dimmi una parola e io faccio fuori un cinese sconosciuto; tu domani avrai cento milioni di euro sul tuo conto, nessuno saprà mai del crimine di cui ti sei reso responsabile". Non posso sapere (anche se credo di saperlo) come mi comporterei se qualcuno mi facesse una simile proposta ma so di certo che se acconsentissi, se dicessi quella parola, mi sarei comportato in maniera indegna di un essere morale. Il dovere al rispetto per gli altri mi vincola, che io lo voglia o no. Ma se qualcuno mi dicesse: "Tu devi amare quel cinese sconosciuto" io non potrei sentirmi vincolato ad obbedire ad un simile ordine, anzi lo riterrei assurdo, violento ed auto contraddittorio. Desidero essere amato da poche persone, da tutti gli altri mi basta essere rispettato.
Un saluto. Giovanni.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaDa parte mia, non vedo di buon occhio il cacciatore.
RispondiEliminaVero che moltissimi mangiano carne.
Ma mi inqueterei sinceramente se mi capitasse in un negozio sentire una casalinga che chiede di poter ammazzare lei la gallina che compera.
Un conto mangiare, un conto divertirsi ad uccidere.
Da parte mia, non vedo di buon occhio il cacciatore.
RispondiEliminaVero che moltissimi mangiano carne.
Ma mi inqueterei sinceramente se mi capitasse in un negozio sentire una casalinga che chiede di poter ammazzare lei la gallina che compera.
Un conto mangiare, un conto divertirsi ad uccidere.
Capisco che questo post ti faccia pensare ad un solipsista. In realtà è un pò il contrario: sollevo argomenti che non interessano quasi nessuno e forse annoiano, ma cerco ostinatamente di attirare l'attenzione. Addirittura sono ricorso ad un artificio posticcio, ricopiando commenti altrui da un altro sito, per tentare di alimentare una discussione anche qui. Me ne scuso, ma è a fin di bene. Sono quindi contento del tuo intervento e ti ringrazio ed inoltre apprezzo il tuo atteggiamento assai civile ed umano.
RispondiEliminaI nostri rapporti con gli animali e tutte le forme viventi, quindi la natura in generale, sono oggi un tema centrale nella cultura occidentale e in qualche misura anche mondiale; non in quella italiana e mediterranea, purtroppo.
Quando si parla di ambiente, energia, risorse, parliamo indirettamente del nostro stare nella natura.
Si può affrontare, mi sembra, l'argomento da vari punti di vista ed a vari livelli di profondità.
Approccio antropocentrico-utilitaristico-egoistico-predatorio.
Esisto solo io (ed i miei cari) e tutto mi appartiene; del resto non mi frega niente, o non vale niente di per sé. Qui c'è poco da dire, se non prendere atto di tale modalità diffusa tra gli umani, la più primitiva direi.
Approccio etico-buonista.
La sensibilità che in molti, se non tutti, gli umani esiste, porta a temperare l'egoismo, estendendo gli obiettivi delle nostre attenzioni al di là del nostro ego e clan. Questo almeno a livello conscio; meno a livello inconscio. Quindi questa attitudine si concretizza in buoni pensieri e propositi e poco più. Mi dispiace che si uccidano animali e preferisco non vedere e saperne nulla. E' l'atteggiamento forse più diffuso.
Approccio scientifico.
Anche se la scienza non è autonoma nella scelta dei suoi obiettivi, ha però una sua modalità tipica di analisi, razionale e rigorosa, quindi intellettualmente onesta. Aiuta ad accettare i contrasti in cui siamo inevitabilmente coinvolti. Per vivere dobbiamo nutrirci ed essendo onnivori, anche gli animali sono, o possono essere, nostre prede. Non è il caso di vergognarsene. Se ne può e deve valutare conseguenze ed implicazioni, a livello materiale.
Approccio spirituale.
Si apprezza il profilo simbolico delle creature viventi, il ruolo che esse hanno sempre avuto nelle costruzioni culturali umane. Si avverte l'unitarietà della vita, dietro alle forme varie che assume, e quindi il nostro essere sua parte. Ci si preoccupa dei rapporti non solo materiali, ma anche simbolico-spirituali con la natura. Si possono praticare esperienze di comunicazione profonda con la natura in senso lato.
La forma più completa di intelligenza e di comprensione della vita, in tutte le sue manifestazioni, risiede nei due ultimi livelli congiunti. Derivando da buona educazione scientifica e spirituale, è evidentemente una modalità poco diffusa.
Non ho citato un livello religioso perchè ci sono profonde differenze tra religioni, soprattutto tra religioni antropocentriche, religioni filo-scientifiche e religioni naturali-spirituali. In pratica le religioni non costituiscono approcci originali, ma trovano spiegazione e vanno inquadrate nei livelli precedenti, a mio modo di vedere.
Non so cosa ne pensi.
io sono buddista e sono vegetariana .
RispondiEliminaSe rimanessimo soli in un deserto tu mi mangeresti???
L'espressione intelligente e vivace della tua foto,
RispondiEliminami fa pensare che in una situazione così critica,
non esiteresti a darmi un morso,
mentre contemplo incantato un musetto così grazioso.
OM, tempo tiranno
RispondiEliminacara amica, il tuo silenzio è un tormento.
la mia risposta non le è piaciuta ?
forse si è addirittura offesa ?
o peggio, neanche l'ha letta.
mi sono goduto i tuoi post
(perdonami non li conoscevo,
il tempo è tiranno e si riesce a leggere solo qualcosa e qualcuno),
ed ho scoperto cose davvero, davvero pregiate.
da qui questo mio ritornarci sopra.
quanta grazia di dio sprecata,
ed orde di telespettatori che ingozzano spazzatura.
così va il mondo.
ma ottimisticamente mi aspetto molto, molto di più da internet:
salterà fuori una tecnica migliore
per rendere più visibili le cose che valgono,
anche alle masse, alla plebe,
ché sia sempre meno plebe.
nò ?
I buddisti amano il silenzio!!! Ma , siccome , anche il silenzio può fare male, seguo l'occidente e parlo (magari poco... con un haiku me ne esco : Il tempo tace/ alle sponde del cielo/nuvole basse).
RispondiEliminaSì, è il tempo che è tiranno...la mia professione non mi consente tanti "svaghi" e questo , nel mio lavoro,è un momento di chiusure e di sintesi . La tua risposta, comunque , non è una risposta. Hai saltato l'ostacolo ed hai fatto bene , avrei commentato allo stesso modo anch'io.Infatti, non c'è nulla da dire di fronte alla morte, solo "girarci" attorno!
Grazie per il tuo apprezzamento...è reciproco ( sto anche leggendo il tuo blog... interessante la meditazione di luigi lombardi vallauri). A presto!!!!!!
Cara amica, grazie per lo sforzo: ti capisco.
RispondiEliminami ha fatto infinitamente piacere risentirti.
sono felice che tu abbia trovato utile il mio blog
e le meditazioni di Lombardi,
mio ex direttore ed ex cattolico,
ora frequentatore di ambienti buddisti
e autorevole esponente dello spiritualismo laico italiano,
ammesso che esista qualcosa del genere.
時間サイレント
天国の海岸
低い雲
questo è il tuo haiku tradotto in kangi secondo Google.
ha un'aria più preziosa, ammettilo.
chissà cosa vorrà dire in realtà ?
Facendo la versione inversa, il traduttore è impazzito.
E' davvero bello (in italiano) e vorrei sistemarlo nel mio blog,
se acconsenti.
Se hai un tuo sito a cui fare un link,
meglio ancora.
Sarei curioso di sapere qual'è la tua professione,
ma non ti sentire obbligata a rispondere.
Un caro saluto.
Silent Time
RispondiEliminaHeaven's Coast
Low clouds
google impazzisce perchè non traduce dal giapponese in italiano, in inglese invece si!!! Ma che bello in giapponese (però non è 17 sillabe , è di 15 ...vabbè chissenefrega)..da pochissimo ho iniziato a studiare la lingua giapponese... vedo dura l'impresa!!!Sono un consulente del lavoro a tempo pieno , ma mi occupo quando posso , anche di restauro di siti e reperti archeologici (due professioni contrastanti fra di loro ed impegnative).
Da poco ho aperto un blog..qualche poesia e qualche fotografia mia ...niente di più...per ora : www.imperfettozen.blogspot.com
Inserisco anche questo haiku (anche in giapponese)...certo che lo puoi inserire nel tuo blog...ne sarei felice!!!
A presto!!!
P.s. comunque io non ti avrei morso ....ahahahhaah
la grammatica è elementare,
RispondiEliminala pronuncia anche,
si dice come si scrive, come l'italiano.
lo scritto comporta vari alfabeti
e poi le convenzioni che complicano tutto,
a seconda delle circostanze, ruoli sociali, ecc.,
cambiano le espressioni.
ho dato un'occhiata al tuo blog.
domani lo guardo con calma.
ti auguro la buonanotte.